Come gli arazzi che decorano Santa Maria Maggiore, la storia della Misericordia è intessuta di concrete azioni di bellezza oltre che tramata di solidarietà. Nelle parole e negli atti dei fondatori alle opere di misericordia corporale, necessarie ed indispensabili, si sono costantemente accompagnate quelle di misericordia spirituale, declinate anche nella dimensione della ricerca del bello e delle arti. Promotrice di solidarietà tra gli uomini, la MIA è anche stata e continua ad essere mecenate di iniziative culturali a vario spettro: dalla promozione delle attività musicali, spesso in connessione con l’attività liturgica, alla tutela, conservazione, valorizzazione di beni mobili ed immobili che testimoniano la nostra identità culturale. Trovano giustificazione in questi principi, moderna applicazione delle tavole fondative, sia il processo avviato di recupero del Palazzo di via Arena 9, sempre più vocato a una destinazione pubblicistica, sia l’impegnativo e straordinario compito della rifunzionalizzazione del Monastero di Astino; azioni straordinarie che non impediscono però il sostegno a una serie numerosa di attività quotidiane che possono avere nella MIA, quando condivise, un valido partner.
Fin dal momento della sua fondazione, gli scopi della MIA sono stati quelli di aiutare ed assistere le persone bisognose nelle loro necessità di vita e di salute, ma anche di miglioramento attraverso l’istruzione.
Per secoli il Comune di Bergamo è stato affiancato dalla MIA, cui è stato attribuito il compito di supporto sociale organizzato, e di creazione di scuole e comunque di funzioni istruttive, in gran parte rivolte alla popolazione indigente, ma anche sino a livelli superiori aperti a tutte le classi sociali.
La MIA ha svolto la funzione di massimo centro culturale attraverso le sue Scuole per Chierici, le sue Accademie, il Collegio Mariano, le Borse di Studio e gli accordi con le Università, la trasformazione dello stesso Collegio Mariano nell’attuale Paolo Sarpi, il Conservatorio Musicale che è uno dei più antichi d’Italia.
Oggi le funzioni dell’Ente sono parzialmente attribuite alle diverse organizzazioni specificatamente create nel fluire dei tempi. Ma molti compiti, di assoluta attualità, vengono tuttora svolti nel campo dell’assistenza, della valorizzazione storica ed artistica, della cultura.