Loading...

Tarsie di Lorenzo Lotto

Le Tarsie di Lorenzo Lotto

Le trentasei immagini enigmatiche ideate da Lorenzo Lotto e intarsiate da Giovan Francesco Capoferri – nel progetto originale trentadue avrebbero dovuto svolgere un ruolo simbolico sui coperti lignei posti a protezione delle corrispondenti storie veterotestamentarie - formano un Mutus Chorus atto a stimolare meditazioni intellettuali e spirituali.
Questo itinerario “iniziatico”, costituito da imprese e da geroglifici rinascimentali, è da considerare una sorta di “luogo della Memoria”, che racchiude in sé lo scibile dell’umanesimo veneziano del primo Cinquecento.
Le immagini simboliche sintetizzano visivamente i temi attinti dagli eterogenei campi di ricerca del Rinascimento: Lotto ha elaborato un sincretismo fra temi religiosi e archetipi pagani, fra concetti spirituali e temi profani, così che alle storie bibliche si sono congiunte metafore dell’Alchimia, figure care all’Ermetismo, suggestioni della mitologia greco-romana e concetti della filosofia neoplatonica.
Queste immagini sono state pensate per non essere facilmente decodificate, così da creare un senso di mistero che dia adito a una molteplicità di interpretazioni anche in contraddizione l’una con l’altra.
Con le sue imprese Lotto va oltre la relatività di ogni interpretazione soggettiva, scardina ogni presunzione che asserisce di aver trovato la soluzione definitiva, va al di là di ogni spiegazione dialettica poiché l’immagine innanzitutto deve evocare il senso di mistero legato all’ineffabilità di una presenza divina.
Le imprese e i geroglifici lotteschi sono immagini di un enigma, l’enigma di Dio; questo senso “enigmatico”, inteso nell’accezione di mistero affascinante, ha la capacità di sedurre l’intelletto di ogni persona alla ricerca di risposte escatologiche.
 
  • Nutrizione del Lapis

    Il chiaroscuro viene consegnato dal Lotto il 20 agosto 1524. Capoferri lo traduce ad intarsio entro il 1527. La profilatura viene eseguita da Ludovico da Mantova nel 1530.

  • La Creazione

    “Impresa” de La Creazione - (cm. 43 x 44,2). Lotto crea il disegno a “chiaroscuro” nel 1524; il cartone viene consegnato il 16 giugno al Consorzio della Misericordia e indicato dal pittore veneziano come esempio di “impresa” destinata a proteggere la storia biblica con cui ha “corespondenza in significato”. Capoferri lo traduce ad intarzio nel 1524-25 ca., profilandola successivamente entro il 1531.

  • Giona

    “Impresa” di Giona - (cm. 42,83 x 44,4). Il cartone simbolico della “storia” di “Iona getato in mare et preda de la fortuna” è stato ideato nel periodo compresa fra gli ultimi mesi del 1526 e il 18 febbraio 1527, giorno in cui Lotto, a Venezia, consegna undici “imprese” a Vettor Cossa, un delegato del Consorzio bergamasco. Capoferri realizza il coperto intarsiato entro l’ottobre del 1527 e lo profila entro il marzo del 1531.

  • Enos

    "Coperto simbolico" di Enos – (cm. 43 x 44,2). Lotto consegna il cartone “de claro et osburo” (Liber Fabrice chori, f. 31) inerente alla storia di Enos entro il 16 marzo 1525, prima della sua partenza per Venezia. Capoferri traduce il disegno con i legni ad intarsio in un periodo imprecisato compreso fra il 1525 e il 1527; l’intarsiatore di Lovere si occupa anche della profilatura entro il marzo 1531.

  • Amasa ucciso da Ioab

    "Coperto simbolico" di Amasa ucciso da Ioab – (cm. 43 x 44). Lotto crea il cartone chiaroscuro nel 1524; Capoferri realizza il coperto intarsiato presumibilmente nel 1525 e la profilatura entro i primi mesi del 1531.

  • La legge data a Mosè

    "Coperto geroglifico" de La legge data a Mosè – (cm. 42,9 x 44,3). Il chiaroscuro simbolico correlato alla “storia” con “le tavole de la leze date a Moyses” è realizzato da Lotto entro il febbraio 1527. Capoferri lo traduce in coperto ligneo entro l’ottobre dello stesso anno ed esegue la profilatura prima del marzo 1531.

  • La creazione di Eva

    “Impresa” de La Creazione di Eva – (cm. 42,8 x 44,3). Lotto crea l’immagine simbolica nel 1524, coadiuvato dal committente Battista Suardi che glia ha suggerito il motto e dato indicazioni per l’invenzione dell’”impresa”. Capoferri lo traduce in coperto intarsiato attorno al 1525.26, mentre la profilatura e la verniciatura vengono eseguite dallo stesso entro il marzo 1531.

  • La morte di Abele

    Coperto simbolico de La morte di Abele – (cm. 43,4 x 41,3). Lotto realizza il cartone a “chiaroscuro” nel 1524 tracciando un parallelismo simbolico con l’episodio del bacio di Giuda e del tradimento. La tarsia viene attribuita a Bernardino Scarati (ante 1527), mentre la profilatura al pittore Domenico Petengi d’Albano (ante 1529).

  • Il pianto di Davide

    “Impresa” de Il Pianto di Davide – (cm. 43 x 40) – Così come tutti gli altri cartoni al chiaroscuro del ciclo di Davide e Assalonne, anche questo, associato alla “storia” di “come Davit pianse la morte di Absalon figliolo”, è stato consegnato da Lotto il 18 febbraio 1527. Capoferri lo traduce ad intarsio attorno al 1528 profilandolo successivamente, entro marzo 1531.

  • L'ebbrezza di Noè

    "Coperto simbolico" de L’ebbrezza di Noè – (cm. 42,8 x 40,2). Lotto inventa questo esempio di geroglifico rinascimentale presumibilmente entro il 20 agosto 1524. Capoferri realizza l’intarsio nei mesi successivi, profilandolo però molto più in là nel tempo, entro il marzo 1531.

  • Giuseppe venduto dai fratelli

    “Impresa” di Giuseppe venduto dai fratelli – (cm. 43,7 x 40). Lotto consegna l’”impresa” al Consorzio della Misericordia nel settembre 1524. Il motto, suggerito da B. Suardi, è un passo tratto dalle “Metamorfosi” di Ovidio, nel capitolo in cui si narra della grave corruzione dei rapporti fra le persone dell’età del ferro (Met. I, 144-49). Intarsiata da Capoferri attorno al 1525, fu profilata e verniciata dallo stesso entro il marzo 1531.

  • Assalonne, Cusai e Achitofel in consiglio

    "Coperto simbolico" di Assalonne, Cusai e Achitofel in consiglio – (cm. 43 x 40,2). Lotto crea il cartone a chiaroscuro inerente alla “storia” di “como Architopel se apicò et morse per dolor del consiglio men grato al suo signor” (vedi lettera di Lotto datata 18 febbraio 1527 recapitata al Consorzio bergamasco”) nel 1526. Il coperto ad intarsio viene eseguito da Capoferri entro l’ottobre del 1527 e profilato entro il marzo 1531.

  • Amnon violante Tamar

    Coperto geroglifico di Amnon violante Tamar – (cm. 42,7 x 40,2). Lotto elabora l’immagine geroglifica entro il 18 febbraio 1527. Capoferri realizza il coperto ad intarsio entro l’ottobre del 1527, mentre la profilatura e la verniciatura vengono eseguite nel 1531.

  • La Maccabea

    “Impresa” de La Maccabea – (cm. 43 x 40,3). Lotto inventa l’”impresa” a chiaroscuro entro il 16 marzo 1525, prima della sua partenza per Venezia. Capoferri realizza il coperto intarsiato attorno al 1526, profilandolo entro il marzo 1531.

  • Lot

    “Impresa” di Lot – (cm. 43 x 40,1). Il cartone simbolico a “claro et abscuro” viene ideato da Lotto tra il 15 luglio e il 4 settembre del 1527. Capoferri realizza il coperto ligneo entro il 1530, profilandolo nel 1531.

  • Strumenti musicali e simboli

    Strumenti musicali e simboli – (cm. 29,9 x 33,3). Il disegno a chiaroscuro dell’”impresa” viene creato da Lotto entro l’11 dicembre 1525. Il Liber Fabrice Chori non dà indicazione precisa dell’anno in cui Capoferri realizza la tarsia che viene profilata da Ludovico da Mantova nel 1530.

Riprendendo visivamente la citazione di San Paolo, “poichè ora vediamo come in uno specchio, attraverso enigmi” (1 Corinzi 13,12), Lotto sintetizza nelle sue imprese la condizione dell’umano sapere che può solo contemplare la realtà visibile “per speculum in enigmate”: questo concetto è ben simboleggiato nell’impresa de “La sommersione di Faraone”, dove l’uomo a dorso di un asino inizia il viaggio di “liberazione” con una gabbia sulla testa, cercando di carpire la verità di se stesso in uno specchio, simbolo illusorio e allo stesso tempo mezzo di conoscenza.
I simboli creati dall’artista veneziano sono polisemici, si riferiscono all’ambiente culturale e storico da cui sono stati tratti ma al contempo sono da considerare atemporali e archetipali poichè vanno al di là di un asse temporale e logico.
Le immagini geroglifiche del Coro bergamasco hanno la peculiarità di saper emanare messaggi plurimi: proprio come le immagini oniriche, spesso bizzarre e mai collocabili nella certezza di poterne dare una spiegazione razionale e indiscutibile, le immagini simboliche sono da considerare come icone del mondo delle apparenze e specchi delle verità spirituali.
Contemporaneamente viene stimolato anche l’aspetto ludico dell’atto interpretativo: chi cerca la chiave giusta per aprire la porta che cela la soluzione all’enigma entra nel gioco intellettuale iniziato da Lotto nel momento stesso in cui ha egli cominciato ad ideare le Imprese
Il gioco voluto da Lotto è molto intrigante poiché le sue immagini aprono continuamente su mondi con sempre più implicazioni successive e consentono di far spaziare il pensiero nell’indagine del presunto-vero significato, stimolando soprattutto una ricerca di natura intuitiva. 
La sequenza delle trentasei immagini simboliche ideate da Lotto è paragonabile in qualche modo ad una sfinge che recita ogni volta un enigma diverso a colui che è entrato in gioco per trovare soluzioni atte a cogliere in profondità il senso del Vero.  Chi entra nell’ itinerario ludico si arricchisce di un “qualcosa” che ha la capacità di penetrare in modo indelebile nella memoria, indotta così a vivere meditazioni spirituali, pensieri filosofici, edificanti ed intimi bagliori della mente.
I testi sono tratti da:
  • Mauro Zanchi, La Bibbia secondo Lorenzo Lotto. Il coro ligneo della Basilica di Bergamo intarsiato da Capoferri, Ferrari Editrice, Bergamo 2003 e 2006.
  • Mauro Zanchi, La Basilica di Santa Maria Maggiore. Una lettura iconografica della "Biblia pauperum" di Bergamo, Ferrari Editrice, Bergamo 2003.